Tematica Mammiferi

Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758

Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758

foto 139
Foto: Gibe.

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Classe: Mammalia Linnaeus, 1758

Ordine: Erinaceomorpha Gregory, 1910

Famiglia: Erinaceidae Fischer, 1817

Genere: Erinaceus Linnaeus, 17


itItaliano: Riccio comune

enEnglish: European Hedgehog

frFrançais: Hérisson d'Europe occidentale

deDeutsch: Braunbrustigel

spEspañol: Erizo común

Descrizione

Misura fino a 25 cm di lunghezza, per un peso che solo eccezionalmente supera il chilogrammo (anche se in vista dell'inverno il peso può raddoppiare): la coda è ridotta ad un moncherino di un paio di centimetri di lunghezza. Presenta cranio allungato e con un piccolo cervello, la maggior parte del quale è addetta alla decodificazione dei segnali di natura olfattiva: il principale senso del riccio è infatti l'olfatto. Il tartufo è grosso, nero ed assai mobile: i canali olfattivi sono costantemente umettati da una mucosa. Anche il senso del tatto è ben sviluppato; meno importante per loro è la vista, in ogni caso i ricci sono in grado di vedere fino a 30 m di distanza di giorno e fino a 12 m di notte. Nonostante le piccole orecchie seminascoste dal pelo, i ricci sono infine in grado di udire frequenze comprese fra i 250 ed i 60.000 Hz, quindi ben dentro gli ultrasuoni: ciò aiuta l'animale nella ricerca del cibo. I ricci presentano forti ossa mascellari ed una chiostra dentaria di 36 denti: i due lunghi denti frontali, che possono a prima vista sembrare canini, sono in realtà incisivi modificati. Il riccio in natura si nutre di invertebrati di qualsiasi tipo (insetti, ragni, lombrichi, chiocchiole, millepiedi, ma non centopiedi -che si difendono a morsi-), oltre che uccelli (comprese uova e nidiacei), rettili ed anfibi; non disdegna nemmeno di mangiare piccoli mammiferi, soprattutto topi, di cui è considerato un cacciatore spietato in quanto uccide gli adulti e dissotterra i nidi per nutrirsi dei piccoli. La credenza che i ricci si nutrano prevalentemente di vipere si rivela fondata solo in casi eccezionali: l'animale non teme infatti i morsi velenosi, in quanto i denti veleniferi sono più corti degli aculei e raramente riescono a penetrare il rivestimento di peli ispidi che protegge l'animale. In caso di necessità, i ricci mangiano senza problemi anche ghiande, bacche, frutta ed altro materiale di origine vegetale, nutrendosi in casi estremi anche di foglie. Il latte è un veleno per il riccio perché non può digerirlo. Durante i mesi invernali (fra ottobre ed aprile), il riccio è solito cadere in letargo: tale operazione risulta però piuttosto rischiosa per l'animale, in quanto nel caso in cui esso non abbia accumulato una quantità di grasso corporeo sufficiente nel corso della bella stagione potrebbe morire per inedia. Ciò succede soprattutto agli esemplari giovani. In casi di freddo estremo, l'animale (la cui temperatura corporea scende dai 35 °C soliti ai 10 °C, mentre i battiti cardiaci calano da 190 a 20 al minuto) può anche uscire dal letargo per andare alla ricerca di cibo.

Diffusione

Con numerose sottospecie (Erinaceus europaeus amurensis, Erinaceus europaeus centralrossicus, Erinaceus europaeus concolor,europaeus consolei, Erinaceus europaeus dealbatus, Erinaceus europaeus europaeus, Erinaceus europaeus hispanicus, Erinaceus europaeus italicus, Erinaceus europaeus koreensis, Erinaceus europaeus occidentalis), la specie è diffusa in gran parte dell'Europa, a nord fino alle zone costiere della Penisola scandinava e ad est fino alla Siberia: è stato inoltre introdotto in Gran Bretagna ed Irlanda, dove in alcuni casi risulta nocivo. Durante il XIX secolo è stato inoltre introdotto accidentalmente (esemplari letargici nel fieno) in Nuova Zelanda. In Italia la specie è diffusa con tre sottospecie (oltre alla sottospecie nominale, anche consolei ed italicus) in gran parte del territorio nazionale, comprese Sicilia e Sardegna (le cui popolazioni, così come quelle iberiche, risultano geneticamente ben differenziate da quelle continentali, ma esclusi il Salento e gran parte del Trentino-Alto Adige: nel Triveneto la specie vive in simpatria con l'affine (e fino a poco tempo fa considerata sottospecie anch'essa di E. europaeus) Erinaceus concolor.


00603
Stato: Switzerland
00608 Data: 25/05/1960
Emissione: Fauna locale - Mammiferi
Stato: Yugoslavia

00667
Stato: Belgium
00967
Stato: Czechoslovakia

00993
Stato: U.S.S.R.
01019
Stato: France

01489
Stato: Jersey
01614
Stato: Germany (Est)

01847 Data: 01/03/1991
Emissione: Animali in natura
Stato: Åland Islands
02767 Data: 28/03/1964
Emissione: Fauna Mammiferi
Stato: Albania

02794 Data: 01/01/1994
Emissione: Flora e fauna
Stato: Alderney
03588
Stato: United Kingdom

04224 Data: 01/05/2015
Emissione: Flora e fauna di Alderney
Stato: Alderney
04267 Data: 01/01/2006
Emissione: Conio 2 Hryvna
Stato: Ukraine
Nota: In oro